La saldatura a stagno non è un’operazione complicata, ma è necessario capire il meccanismo e soprattutto sapere come bisogna comportarsi. In teoria, se prendi due cartoncini, e vuoi unirli tra di loro, ti basta un po’ di colla, con la saldatura a stagno il concetto è analogo.
Se prendi due fili di rame e vuoi unirli, non devi usare la colla, ma lo stagno che è una lega che si scioglie a temperature basse rispetto ad altre leghe (180°), a freddo ha il potere di unire le leghe e di conseguenza favorire la conduzione elettrica.
Per unire due fili con lo stagno è necessario: un saldatore che ha il compito di rendere lo stagno liquido riscaldandosi elettricamente; e lo stagno stesso in forma solida, il cosiddetto filo di stagno, se non sai quale scegliere dai un occhiata alla cassetta degli attrezzi.
Prima di procedere devi rispettare alcuni piccoli accorgimenti
Per iniziare con la saldatura, prima di evitare di compiere qualche danno e fare esplodere la casa, puoi iniziare a saldare un cavo elettrico, quindi procurati due pezzi di cavi abbastanza lunghi da rattoppare con uno spessore non inferiore ad 1,5mm. | Adesso bisogna spellare poco più di un centimetro, quindi addenta la guaina con la forbice da elettricista e stringi finchè non vedi l’anima in rame, allenta la presa, gira la forbice e stringi dall’altro verso facendo sempre attenzione a non toccare con le forbici l’anima con il rischio di tagliarla, inizialmente sarà difficile, ma basta capire il meccanismo. |
Quando avrai tagliato tutta la guaina intorno, dovrai levarla aiutandoti con la forbice, facendo attenzione a non strappare tutto, usa forza ma nello stesso tempo la giusta delicatezza. | Il saldatore prima della saldatura va pulito per bene con uno straccio inumidito, quindi procurati uno straccio, inumidiscilo e pulisci bene la punta, a sua volta deve quasi luccicare, se questa presenta delle impurità molto incrostate o residui di metalli attaccati con lo stagno, è necessario limarle con cautela evitando di intaccare la punta, e ripulire la stessa punta con lo straccetto. La punta va altresì pulita tra una saldatura e l’altra. |
I cavi da collegare tra loro e per essere saldati, devono essere attorcigliati e non lasciati sfolti, quindi devi prendere l’anima del cavo e girarla con le dita, come se stessi avvitandola, diventerà un elemento unico e compatto. | Adesso devi bloccare il primo cavo tra due libri o qualcosa che la faccia rimanere ferma, io ho usato una terza mano, quindi devi riscaldare l’anima con il saldatore. Tocca l’anima lontana dalla guaina e per due massimo tre secondi in modo tale da riscaldarla (e non surriscaldarla), poi toccala di nuovo e appoggiaci lo stagno tra la punta del saldatore e l’anima, tieni presente che non devi tenere il saldatore a contatto per più di tre secondi con il metallo, rischieresti di sciogliere tutto. |
A questo punto lo stagno deve avere un colore vivo e lucido e deve spargersi per gran parte dell’anima, ma non deve essere un blocco piuttosto nero e sporgente, in questo caso bisogna riscaldare nuovamente lo stagno finchè non si spalma in modo omogeneo, altrimenti rischia di staccarsi dall’anima e compromettere la saldatura. Questa pratica erronea viene detta saldatura a freddo. | Dopo aver proceduto con l’altro filo di rame, bisogna metterli in posizione tra di loro per unirli con lo stagno, io ho usato sempre la terza mano. |
La saldatura è completa, i due cavi sono uniti e difficilmente possono essere spezzati, manca qualche giro di nastro isolante e l’opera è completa. Ricordo sempre che la forma della saldatura deve essere brillante e non opaca, omogenea e non spigolosa, inoltre prima di toccare il tutto, assicurati che lo stagno si sia raffreddato. | Per isolare la saldatura devi applicare la striscia del nastro isolante all’inizio della guaina in modo leggermente trasversale e girarla intorno alla saldatura nel modo più stretto possibile, percorrerla quindi tutta fino alla guaina del secondo cavo, ovvero a fine saldatura. |
Dopo tanti tentativi, (io mi auguro pochissimi), dovrai iniziare a saldare dai cavi più sottili, in quanto un cavo più spesso non risente molto l’eccesso di calore, mentre il cavo più sottile lo assorbe di meno sciogliendosi, e di conseguenza rovinandosi, questo può capitare spesso nella saldatura dei cavi audio, quindi sarebbe opportuno che ti esercitassi prima con dei cavi più sottili come quelli delle cuffiette, chi è che non ne ha un paio rotto a casa?